giovedì 7 maggio 2009

The intimistic mediocrity of being

secondo post, in sottofondo 1979 degli smashing pumpkins. grande canzone per i momenti stonati.
dicevo: secondo post, primi dubbi.
come tutti i miei progetti mi sono lanciato in voli pindarici astrusi e prolifici, ma che necessitano costanza e dedizione, che sinceramente, non ho.
Pertanto...

Intimistica mediocrità. bel titolo, non c'è dubbio, i titoli e gli incipit sono il mio forte. ho scritto centinaia di incipit strepitosi, decine di romanzi eccelsi, da far scomparire Dave Eggers... peccato che nessuno di questi sia mai andato oltre pagina 3... e anche questo rientra nella mediocrità di cui sopra.
Mi rendo conto infatti quanto sia estremamente mediocre creare cose a mezzo, lasciar morire idee, diluire la propria originalità con la quotidianità, aspettare, lasciar maturare le cose.
vorrei non farlo mai. e naturalmente invece lo faccio sempre. (digressione: avete notato che la scrittura rende le pause espressive solo se si aggiunge una congiunzione minuscola dopo il punto. che stilisticamente fa molto Saramago).

Comunque non è per parlare di questo che scrivo oggi, ma per incalanare in un flusso decente quello che penso sul mio essere mediocre.
Tale è infatti il quadro che appare dopo un esame appena appena meno superficiale del mio me stesso. cosa che, per inciso, odio si faccia.
Sorrido all'idea che qualche stolto, in quel luogo di perdizione sensoriale dove mi reco ad espletare i miei bisogni sociali, addirittura mi imiti. o pensi, "fai un sacco di cose ganze" come qualcuno mi disse.
in realtà mi pare di dibattermi infinitamente in una rete che mi va stretta. faccio due lavori, nessuno dei quali mi riesce in maniera compiuta ma solo a tratti. il mestiere di pseudo avvocato dilettante poi... sembra, e non è solo un impressione, che persino l'usciere del tribunale sia più competente di me. opinione questa che, sono sicuro, il mio dominus sottoscriverebbe in pieno.
ho un sacco di interessi, è vero, ma mi annoio dopo pochissimo. dipingo, disegno, scrivo... ma odio rileggere o rivedere quanto ho fatto. non sono fiero di ciò che creo. per niente. mai.
parlo alcune lingue. ma nessuna in maniera perfetta. nemmeno l'italiano, probabilmente.
leggo molto, a volte sono orgoglioso del fatto che, se la media italiana è di 0,5 libri all'anno a testa, io leggo per altri 79 italiani circa. quando qualcuno viene a casa mia si complimenta per tutti i libri che ho negli scaffali. neanche fossero coppe sportive. be', se solo provassero a considerare una cosa: più della metà dei libri che ho letto nell'800 o fino a metà del 900 sarebbero stati considerati come "svago". non letteratura né, probabilmente, cultura.
quindi anche lì mediocrità.
Nella vita privata? indovinate un po'? yes sir, mediocrità spinta. ogni volta un grande amore a termine, con scadenza più o meno ravvicinata. ogni volta da capo e qualcosa che sfugge. ma di questo non parleremo.
in fondo quindi, esaminando il le cose che fanno di me quello che sono non posso che percepire l'intimistica mediocrità di essere. e non sono affatto sicuro che porti da qualche parte. per niente.

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