mercoledì 20 maggio 2009

Fears and Escapes in the sadness of a late spring night


Paura. Sono attanagliato dalle paure più assurde.
La notte spesso mi sveglio reduce da spaventosi incubi… inconsistenti come pallidi fantasmi orgiastici, ebbri di fantasie astruse.
Nelle mie paure non temo mai per me o per la mia incolumità, anzi quegli incubi dove alla fine trapasso, mi danno sollievo. Perché con il mio provvidenziale decesso l’incubo finisce e non continua come altri. Eh già, perché gli incubi li ho anche a puntate. Nel senso che mi sveglio da un incubo, magari in un'altra stanza rispetto a dove mi ero addormentato, a me capita, mi calmo, magari torno a letto, leggo un po’ e, mezz’ora dopo, appena mi riaddormento, ecco che riprendo l’incubo esattamente dal punto dove l’avevo lasciato. Sono incubi gentili, mi aspettano.
Sogno di tutto, i miei gatti, tutti quelli che ho avuto e che sono morti, e sono sogni tristi. Sogno della mia ex, sogno che ora stia con uno dei miei migliori amici, ed è un sogno disperato (quando ti sottraggono anche gli amici, vuol dire che è stato un divorzio pessimo e che dovresti cambiare avvocato…). A volte sogno di uccidere altri, che conosco o che ancora non conosco… li uccido al termine di una lotta barbara, primitiva, in cui incasso molti colpi, spesso vengo ferito da armi bianche, che mi terrorizzano, ma poi uccido il mio avversario. Fin qui è un sogno normalissimo. Il fatto è che lo uccido in modo catartico. Con le mani, con i denti, non uso mai armi. L’ultima volta ho ucciso uno strappandogli la trachea a morsi. Ho sentito perfino il sapore del sangue, non potete immaginare la sensazione che si prova ad avere la vita di un’altra persona, che odi, tra i denti ed in effetti mi ero morso il labbro a sangue. Questi sinceramente sono sogni che generalmente apprezzo, liberatori. Di questi sogni mi spaventa solo il fatto che prima o poi lo farò davvero. ucciderò qualcuno a morsi. Quindi siete avvertiti, non fatemi incazzare.
Sogno, stereotipo notturno classico, che un pericolo incombe, spesso non riesco a vederlo o a capirlo, ma so che c’è, lo sento dentro. Sento che devo fuggire, ma non ce la faccio. Le gambe non mi rispondono, le braccia neppure, mi sento soffocare ma sono lucido e attento. Vedo tutto e penso che potrei arrivare a pisciarmi a letto. Se solo fossi ancora a letto, naturalmente.
Questi sono i sogni mi fanno fuggire (ah, la fuga, quanto adoro la fuga come soluzione ai problemi della vita, ma ne parlerò un’altra volta) (ehi, l’ultima frase funziona anche se sostituite la “u” con la “i”…). dicevo che questi sogni terrificanti mi fanno fuggire, letteralmente. Scappo, corro, urlo, mi impiglio nei lenzuoli, sbatto contro le porte, mi perdo dentro l’attaccapanni e alla fine mi sveglio. Da qualche altra parte.
Ma i sogni più terribili sono altri, sono quelli come quello di questa notte. Sono quelli dove sogno Lei. Dove sogno di sfiorarla, di baciarla, di stringerla. In sogno sono felice, finalmente. Vorrei che non finisse mai e non mi rendo conto di stare solo sognando. Non c’è rabbia in quei sogni, solo amore. Sono sogni bellissimi. Ma dolorosissimi.
Alla fine infatti mi sveglio e in un attimo mi rendo conto di aver solo sognato. e rimango pieno di amarezza per giorni. Non posso nemmeno scappare, perché il sogno mi ha regalato l’illusione della realtà e da essa non c’è fuga non c’è liberazione. Non posso strappare la trachea alla realtà.

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