lunedì 28 giugno 2010

SMS

Stasera il mio cellulare conta 160 messaggi ricevuti. 88 inviati.

Il più vecchio è del 27 maggio u.s. neppure un mese fa.

Ricevo un sacco di messaggi ultimamente. Quasi tutti femminili. E pensare che non ho in essere neppure una relazione.

Prima di cancellarli ho deciso di commentarne alcuni, in ordine sparso e non sempre consecutivi. non me ne vogliano i rispettivi, anonimi, autori. Insieme formano una storia, la mia, che è del tutto svincolata dalle loro. I messaggi sono estrapolati e tagliati, ma non modificati o alterati in nessun modo. Non traete conclusioni affrettate.

N.B. la punteggiatura l’ho inserita io. Il più delle volte i messaggi ne sono privi, quasi che avere solo 160 caratteri esimesse dalla necessità di comporre testi comprensibili.

- Stavolta era contenta, forse il suo “compagno di vita” l’ha soddisfatta. Non ti dispiacere. Nessun dispiacere anche se non capisco dove tu abbia tirato fuori questa congettura.

- sei in libreria? No, il pomeriggio mi piace lavorare… sono un tipo all’antica.

- Come sta la papera? Tutto bene e tu?

- … hai presente la canzone di lucio battisti “e penso a te”? ecco..Quella! fico, di solito mi tocca marco masini.

- Vaffanculo! Ecco, appunto.

- Però mi piace essere carina con te… visto che di solito non facciamo altro che discutere. Adoro quando sei carina con me, ma di solito non fai che discutere.

- Perché dici questo? (non ricordo cosa, per la verità)… anche se hai paura di farti male io ti voglio bene.. e questo a dimostrazione del fatto che non ti do pace (etc.. etc..) in un altro mondo, in un altro tempo. Ma non ora, non qui, purtroppo.

- Vorrei dimostrare quello che dico… a disposizione. Oops.

- D’accordo, sono stupida, devo smetterla di dirti queste cose (in effetti dovresti…). Questa situazione è solo causa mia.. fai bene a tenere le distanze. Adoro essere compreso.

- Ciao R., finalmente mi hanno assunto alla coop di campi. Baci. Mi fa piacere piccola.

- Perché non sono più capíta.. per una cosa o un’altra non ho avuto modo.. che mi dici? Cápita…

- Mi ha sbalordito la tua chiamata di oggi… non avevo ancora realizzato che ti interessasse di me… davvero… infatti non ho parlato perché mi sono commossa:) wow non pensavo di essere tanto eloquente.

- Sono in libreria… io sempre a lavoro, grazie.

- Ciao, stasera 20,30 Ok? Tigre1. Ok.

- Sei un grande. Sempre saputo.

- Magari invece stanotte te le facevo toccare e la prossima no! Uffa!

- Dormire beata li non c’è proprio verso. Vedi tu.

- Potresti darmi una risposa. Troppo incazzato con il mondo e con me? Lo sai che non rispondo mai.

- Domani all’una vado a prenotare la roba a mondo convenienza. Sono davvero felice per te…

- No scemo era xdirti se vuoi venire o non dovevi comprare il tavolo che prendi in giro grullo. Mi sa che ti sei dimenticata un po’ di virgole qua e la.

- così deprecabile da non meritare neppure gli auguri..?! proverò a pensare che te ne sei dimenticato. Infatti me ne ero dimenticato. In ogni caso spiegatemi una cosa: non avevi detto che non ci saremmo più visti perché ora la davi ad un altro? (ammetto che tu hai usato parole leggermente diverse)...perché cazzo io non dovrei prendermela se la date ad un altro e voi invece vi incazzate sempre se non vi faccio gli auguri? Che cazzo ve ne frega degli auguri? E in ogni caso io mi dimentico sempre dei compleanni.

- Ti ho preso i libri, sono in anglicano. (in effetti era quello il motivo per cui te li ho fatti prendere a londra…). La regina gli ha chiesto diversi favori, è un amica. Dice beppe che l’ottanta per cento degli avvocati è passato agli scritti. Di’ a beppe che le stime definitive danno il 62% di ammessi. Tra cui non rientra purtroppo la mia compagna di studi preferita.

- Chi c’è per un marrin o un axis stasera? Io no.

- Sieg heil! Heil

- A te fa male questa distanza? È un ossimoro. Almeno dal mio punto di vista.

- Allora, perché non mi rispondi? Stesso motivo di sempre.

- Io penso ciò che scrivo.. e come dubitarne?

- Ciao, sto passando davanti alla tua ex casa… un pensiero per te! Ricordi poco casti eh…

- Ciao. Ti aspetto ore 20.15, ok? Tigre1. yep.

- Non ti dico neanche frasi del genere “come ti salta in mente di dare il mio consenso prima di chiedermi se mi vada bene” perché considerato che sei te questo tipo di cose rientra perfettamente nel tuo stile. Che vuoi che sia mai dare il tuo consenso ad un viaggio nell’Angola a guidare le ambulanze. Davo per scontato che saresti voluto venire. Chi non lo vorrebbe?

- A che ora esci da lavoro? Piacerebbe anche a me saperlo.

- No perché volevo essere da quelle parti x chiacchierare. Brutta idea, io odio parlare.

- Io si, niente di interessante, ma qual cosina veniva fuori… cmq. Se non puoi non importa. Tanto parlare non porta mai a niente. A meno che non si parli di calcio. Alle donne piace.

- A questo punto dovrei chiederti scusa per essere lunatica.. si, dovresti proprio.

- Ritardo 10 min… strano.

- Sono arrossita… che carina!

- Sinceramente… cosa hai pensato appena mi hai vista? Posso non dirlo?

- Mi sbalordisce il fatto che io possa cambiare i tuoi modi… sei diverso quando ci vediamo… non credi? Infatti c’è un motivo se ora non ci vediamo più, non credi?

- Perché? Non ti era già successo? Appunto. So già come va a finire.

- Ok scusa. No problem, errore mio.

- Magari potesse continuare quest’errore. Ora esageri eh!

- Solo per stanotte ti avrò per me, il tuo sguardo, la tua voce… uno dei miei messaggi preferiti. Shakespeariano e romanticamente disperato. Come la situazione.

- Fai schifo!Asd… -.-“ io non lo mi sbilancio 3 secondi e rovini tutto… uff. sono fatto così.

- Gnamo quanto ti ci vole a fare le bombole!:) ma non eri fidanzata tu? Perché mi stai aspettando impaziente?

- Ahimé solo per stanotte. Come tutti i sogni, all’alba svaniscono.

- Ieri mi ero dimenticato di dirti che mercoledì alle undici e quarantacinque vado a rinnovare il vaccino per l’epatite a. se chiami allo 0574 puoi sentire se tu mettono alla mia stessa ora, il ticket costa 35 euro. In effetti mi scade il vaccino.

- Sono di nuovo contattabile dalle 14.15 del 18/06. ChiamaOra di Tim! Ecco una notizia che mi rende felice. Evviva.

- Credo che non dovremo sentirci più… già passato l’entusiasmo eh.

- Puoi rispondermi? Che ti devo dire?

- Dimmi che anche tu non vuoi più sentirmi così mi metto l’anima in pace e non mi viene più da piangere quando ti sento. Mi spiace.

- Addio. Cia’

- Domani portati l’armata. Ore 14.30. tigre1. Ci saremo io e tutta la 3 pzrgrnd ko. 2 ss div. “das Reich”.

- Giovedì ti lascio il libro sotto il tuo cuscino, ricordatelo. Nessun problema, nessuno ruba i libri li, a parte me.

- È bellissima… ma perché? Così, mi piace mandare poesie, di tanto in tanto.

- Io ho capito cos’è che fa male, innamorarsi. E il peggio deve ancora venire. Prova ad immaginare come si sta quando tu sei innamorato e lei la da in giro.

- Soprattutto quando il desiderio di averla brucia ma non puoi (averla?) e ti deprimi. Ma tu sei innamorato? E di chi? Di un’idea, probabilmente.

- Sono di nuovo contattabile dalle 12.34 del 21/06. ChiamaOra! Tututututututuuuuuuu.

- Ho chiamato alle ore 12.58 mentre il tuo telefono era occupato. Sfiga.

- Complimenti per lo scritto che hai passato. Lo sapevo già, ma grazie lo stesso.

- Ho chiamato il 21/06 alle ore 13.30 mentre il tuo telefono era occupato. Giornata intensa.

- Il tuo credito sta finendo! Ricarica al più presto per non rimanere senza parole! Merda!

- So di essere praticamente sparita, ma volevo dirti ke sn felice x il tuo esame. In bocca al lupo, dacci dentro! Senza di te non è la stessa cosa. Mi manchi.

- So che ti è arrivato il messaggio… potresti rispondermi? No.

- Io aspetto una tua risposta, se non mi dici nulla non verrò. Fai come credi….

- sei proprio uno sclerato… U_u. dici?

- Scusa ma chi sei? Probabilmente hai sbagliato numero. Era meglio.

- È già stata male, lascia perdere, per piacere. Che ora te la scopi tu però non lo dici eh… angelo custode della minchia.

- Ti chiedo solo di non fare del male a […]. il fatto che lui l’abbia fatto a me tradendomi per un pizzico di figa non ti tocca vero? Tanto lo stronzo resto sempre e solo io.

- mi fai proprio schifo, guarda, nonostante tutto, stupidamente pensavo che ci fosse dentro di te qualcosa di buono… […]se avevi bisogno di un po di figa potevi aspettare settembre, vedrai che arriverà qualcosa di buono[…] yes, sempre io, lo stronzo. Ma scusa, tu non sei fidanzata? E oltre a questo e oltre a darla a me, non ci stavi anche con […]? Cazzo ti lamenti allora…

- si, l’italia è fuori! Niente popopo a romperci le palle questa estate! Shhh… sono d’accordo con te, ma attento a non dirlo ad alta voce. Qui il calcio è una religione.

- Scusa per le promesse non mantenute, scusa per le volte che ti sei sentito solo, per quelle volte che ti ho fatto del male. Non volevo questo, non voglio vederti star male non è vero quando ho detto che non ci sono persone importanti. Non posso vederti così, non lo sopporto. thanks, ma non è colpa tua. Tu sei/eri una delle cose buone che ho/avevo.

- … oramai non mi credi più, perché? Voglio almeno sapere il motivo, poi ti lascerò fare, ti prometto di sparire davvero stavolta, non sentirai più parlare di me. Eh, se fosse così facile…

- Hai da fare domani sera? Ma non dovevi sparire?

- Complimenti, ottimo lavoro… adesso non avrai più nulla da scontare con la tua coscienza. Sentite, perché non ve la vedete tra voi due e lasciate in pace me?

- Non ti permettere mai più di farti sentire, fa come se io non fossi mai esistita. Buona Suerte. Bye.

- Se capiti a firenze fammi uno squillo… così si parla davanti ad un buon caffè. Spiacente piccola, non bevo caffè. Ed era una vita fa.

- Stai meglio? Mai stato male.

- Si certo […] ieri è stato come parlare con una scrivania, no forse la scrivania mi avrebbe trattata meno di ghiaccio. Yes, sono sempre io.

- Ah, ti sei già dimenticato di ieri? E io che mi ero ripromessa di non scriverti più certe cose. Non è come sembra…

- Ciao, la tua compagnia va bene così. Io faro le altre due. Tigre1. Ottimo, a venerdì allora.

- Ci vediamo domani… inizia l’avventura. Non vedo l’ora. Ti ho mai detto che sei la mia allieva preferita?

giovedì 24 giugno 2010

Aggressive Mediocrity.


La mia playlist di stanotte comprende Nirvana, Doors, Smashing Pumpkins, Linkin Park, Red Hot Chili Peppers, Guns’n’Roses, Clash.

Tutta roba incazzata che mi tiene sveglio e vivo. Almeno per un po’.

Stasera sono arrivato alla conclusione che sto sviluppando, anzi l’ho già fatto, un serio problema di aggressività.

Oggi, in ordine cronologico, ho litigato con due avvocati anziani per l’ordine di arrivo in cancelleria (avevo ragione io ma, credetemi, so essere veramente spiacevole con le persone…), ho mandato a fare in culo un coglione al supermercato, ho riso in faccia (telefonicamente) ad un’avvocatessa della mia età, che stava tentando di bluffare e l’ho insultata in maniera alquanto pesante. E pensare che non la conosco neppure.

Tornando a casa infine, trovandomi di fronte la solita strada di sempre chiusa per “caduta massi” sono arrivato a stupirmi di me stesso.

Infatti sono sceso, mi sono avvicinato alla transenna e, incurante delle urla dell’addetto comunale (una specie di terrone analfabeta) che mi intimava “non si provi sa, non ci pensi neppure eh…”, ho buttato la transenna dal burrone e, alle proteste dell’addetto comunale, ho risposto di sparire, se non voleva finire dietro alla transenna.

Il tipo è stato alquanto coraggioso, si è avvicinato. Probabilmente non riusciva a capire perché qualcuno, non proprio piccolo, che, pur vestito in giacca e cravatta (bugia, la cravatta non la avevo, ma il complesso era quello), lo guardava ghignando pronto alla rissa. Ha fatto due passi verso di me. L’ho guardato un secondo, lui ha farfugliato che l’aveva mandato il vice sindaco, che aveva chiuso la strada che… le ultime parole le ha dette correndo verso la sua macchina.

Quella della gente che scappa verso la macchina in effetti è una scena ricorrente. Una volta un coglione dalla paura e dalla fretta di squagliarsi ha pure fatto spengere la macchina.

Ha fatto bene, a sparire intendo, quella volta, l’avrei fatto a pezzi, probabilmente.

Mi sono anche stupito: io pensavo di essere stato bravo che mi ero trattenuto dal picchiarlo. Invece colei che era la causa di tutto non mi ha più parlato, offesa (lei…).

Tornando a ieri, comunque, vi posso assicurare che dall’altra parte della strada chiusa nessuno mi ha fermato quando ho rimosso anche l’altra transenna.

martedì 22 giugno 2010

Supermarket Singles


Sono un single da supermercato.
È una triste realtà. Devo imparare a conviverci.
I Supermarket Singles ( o le SS, se preferite), si riconoscono tra loro con la stessa sicurezza che se indossassero una divisa. Tipo una maglietta gialla.
Noi entriamo nei supermercati a ridosso dell’ora di chiusura. Le SS infatti in genere lavorano fino a tardi e prediligono l’ora di chiusura perché associano l’uscire prima da lavoro con il fare la spesa quando tra gli scaffali ci sono solo loro e i tipi come loro.
Il supermercato preferito dalle SS è l’esselunga. Chiude alle nove ed è sempre di strada. Ovunque tu debba andare.
Le SS hanno più di 30 anni, vestono bene e più o meno tutti vagano tra gli scaffali un po’ sperduti e timorosi di incontrare il loro antagonista naturale: la CasalingaOfferta.
Ma la sera di queste povere anime con figli non ce ne sono più molte.
Animale solitario e predatore l’SS si dirige immediatamente al bancone del pesce fresco.
Infatti i simpatici gestori del supermarket si dilettano a nascondere una sola confezione di tonno o di pesce spada freschi che non sia formato famiglia in mezzo a trenta confezioni da 6 porzioni almeno. E la caccia è aperta. Una volta ho letteralmente corso, in gara con un SS che mi precedeva al di là delle offerte speciali di sugo olio e vino (che tutte le SS ignorano, sempre). Ha vinto lui di una lunghezza e si è portato a casa i suoi 5 euro di tonno fresco. Io potevo scegliere tra le confezioni da 4/6 tranci o i surgelati. Naturalmente ho scelto i surgelati.
Le SS hanno una loro mitologia ed un loro pantheon personali. Veneriamo san Bonduelle.
L’unica marca di verdure cotte al vapore che faccia porzioni abbastanza piccole da essere prese in considerazioni e al contempo siano sufficientemente sane da poter entrare nella dieta tipica del SS medio.
Infatti le SS sfogano la propria frustrazione di non poter accedere alle offerte speciali o al formato famiglia dedicandosi alla ricerca dei prodotti biologici, sani e, possibilmente eco-compatibili o provenienti dal commercio equo e solidale. Quando arriviamo alla cassa ci piace vantarci in silenzio del nostro cestino (un SS non userebbe mai né un carrello né un cestino con le ruote).
Proviamo un certo senso di compiutezza nel poggiare sulla cassa tutti alimenti che potrebbero passare il vaglio anche della salutista più esigente. Noi siamo i puristi da supermercato.
Complice una vita lavorativa soddisfacente (dal punto di vista economico almeno) infatti possiamo permetterci di spendere 3 euro per 4 banane biologiche coltivate in Honduras ed importate con il commercio solidale. Per questo le CasalingheOfferta ci disprezzano. Loro con l’equivalente ci cucinano un’amatriciana per 6.
Tra le corsie le SS, che di solito vagano con l’Ipod all’orecchio, fanno anche incontri interessanti, che si risolvono in muti contatti visivi e brevi sorrisi.
Una categoria piacevole da incontrare sono le MILF, come le chiamano gli americani. Mother I Like to Fuck. Letteralemte le mammine che mi scoperei. La madre di Stewie, per chi è cresciuto guardando American Pie.
Sono donne di una certa avvenenza, tra i 35-40 anni, che passeggiano tra gli scaffali dando ad intendere una falsa ed illusoria disponibilità, vestendo in maniera appena spregiudicata, con aria che di innocente non ha nulla.
Tuttavia non fatevi illusioni. Non ci stanno, non sono interessate. Sono li per fare la spesa. e basta. Probabilmente l’unico modo per attirare la loro attenzione sarebbe mettersi in fondo ad un corridoio con un cartello “ti do 30 punti fragola e due bollini per i palloni dei mondiali se me lo succhi” ma solo per i possessori di carta Fidaty, s’intende.
Ma coloro che interessano veramente le SS sono le FighetteSole. Ragazze appena sotto i 30 anni, che girellano distrattamente tra gli scaffali, con aria sognante, riempiendo il cestino con ruote (una specie di status simbol per fighette), dei prodotti più disparati. Verdura, succhi di frutta, dolci alla crema, the verde, tonno in scatola, sugo di pomodoro (ma mai la pasta… si fanno di Bloody Mary?), cioccolata, una passata di Hello Kitty (!)… tuttavia esse sono tanto prese dal loro mondo di favola di non accorgersi di noi, che riempiamo il nostro cestino convinti di impressionarle con l’acume delle nostre scelte…
Ultima categoria da supermercato sono le CassiereEsselunga.
Sono una razza a parte. La crema delle lavoratrici italiane. Se mai vi saltasse in mente di portare un curriculum la, preparatevi bene. La selezione è durissima.
Infatti: se sei carina, non ti assumono. Se sorridi, non ti assumono. Se sai parlare, non ti assumono. Se sai contare fino a dieci senza la calcolatrice, non ti assumono. Se riesci a capire che prima di lanciare le cose del cliente successivo addosso a quello che lo precede questo deve almeno aver finito di imbustare, non ti assumono. Rispettano una sola cosa: gli spiccioli e la carta fidaty. Se li hai sei ammesso alla loro presenza, altrimenti ti arrangi.
Ecco quindi che, dopo appena 20 minuti di immersione nel fantastico mondo dell’esselunga, quando arrivo alla cassa posso sfoggiare: 3 zucchini verdi in fiore (più buone di quelle scure preconfezionate), vaschetta di fragole biologiche, 4 banane solidali, cuori di insalata Iceberg confezionati, insalata cipollina, croutons per insalate, hamburger di soia, una confezione di tofu, filetto di trota salmonata (era nascosto bene), un pezzo di formaggio al tartufo, una mozzarella fresca, un po’ di affettati, crackers di riso, pesce surgelato,verdure cotte al vapore sotto vuoto della Bonduelle (sempre sia santificato il nome suo…), pane, schiacciata fresca, confezione da 3 di birra, confezione da 6 di coca light. 40 euro, una settimana di cene solitarie ma salubri.
Che palle.

martedì 1 giugno 2010

Mr. Quack/Wheeling Dogs

Da un po’ di tempo a questa parte sto destrutturando.
Lo so che lo dico come se fossi impegnato, che so’, nel ritinteggiare l’appartamento e volessi un paio di consigli sul colore. Non è così.
Si tratta del fatto che sto meticolosamente eliminando le parti di me che non mi piacciono e che non sento più mie.
Un po’ come i serpenti, che lasciano ciclicamente la pelle vecchia, troppo stretta, per crescere dentro quella nuova.
Bhé, da qualche parte devo aver esagerato.
Infatti a volte mi chiedo cosa cazzo mi resta ora.
Tipo gli amici.
Ne ho lasciati andare un po’ tanti negli ultimi mesi (alcuni li ho eliminati per via di una incompatibilità alternativa con uno dalla faccia da scemo su facebook, ma è una storia lunga…).
E ne ho guadagnato uno solo nuovo: Mr. Quack.
Mr. Quack è l’ultimo di una serie di animali più o meno domestici che frequento abitualmente nei fine settimana.
È una papera gigantesca, bianca e nera, con cui faccio lunghe e approfondite conversazioni.
Tutto è iniziato un mese fa circa, quando vedendolo solo soletto sul tetto di fronte gli ho lanciato del pane.
Poi ancora la sera dopo.
La mattina era già lì che aspettava guardando verso di me. È buffo e cammina ondeggiando. Ogni tanto scuote tutto contento le penne della coda. So che non è carino dire queste cose del mio migliore amico, ma guardarlo mi mette di buon umore.
Finché un bel giorno, alle sei della mattina circa, mi sveglio con una serie di colpi secchi al vetro della mia finestra. Mi alzo pensando a chi cazzo potesse essere l’idiota che mi lanciava sassi e… vedo Mr. Quack appollaiato sul mio davanzale.
Apro la finestra e lui, con aria irritata per altro, mi intima – Quack!.
O.K., capito. Vado in cucina e rimedio del pane. Tanto non è che ne mangi molto in ogni caso, di pane.
Lo mangia lì, direttamente sul davanzale e ne porta via una fetta.
Da lì in poi viene spesso a trovarmi, alle ore più disparate, soprattutto nei fine settimana.
Io gli parlo e lui ascolta. Non si fa mai toccare (naturalmente, vi ci vedete voi ad accarezzare il vostro migliore amico mentre parlate con lui?).
Le nostre conversazioni sono del tipo
- credo che dovrei fare qualcosa oggi. Magari più tardi salgo fino al sentiero.
- …
- Tu dici eh…
- …
- Non è colpa mia. È lei che è solo un’egoista viziata e un po’ puttana…
- Quack!
- …
- Quack…
- Bhé, si, in fondo è anche colpa mia.
- …
- Tu pensi che siano già scaduti i termini per il deposito delle memorie?
- Quack?
- Quelle del 183 6 comma, la prima.
- …
- Bho, dopo vedo. Tanto abbiamo torto comunque.

È un tipo introspettivo Mr. Quack. Preferisce ascoltare. Intanto magari mangia il mio pane.
In effetti mi piace un sacco parlare con Mr. Quack. Ho raccontato cose a lui che nessun altro sa.
Ad esempio gli ho detto cosa ho fatto sabato notte.
Ho costruito carretti per cani zoppi.
È vero, l’ho fatto.
Avevo sentito di un associazione che raccoglie ruote e rotelle per aiutare cani e gatti con problemi di mobilità.
Una notizia colta così, al volo. Magari neppure completa, o forse era uno scherzo alla radio…
Un idea geniale, poetica e malinconicamente inutile.
Perfetta per me.
Quindi sabato sera armato di tutti i miei strumenti, ho iniziato.
Trovare le ruote è stato facile. Adoro andare sui pattini in linea. Sono anche bravo. Più che altro ci ho sempre viaggiato molto. A volte per ore e ore, ci ho fatto discese impossibili (schignano per esempio…) in solitaria oppure ho portato le ragazze, ma solo quelle che mi piacevano davvero tanto, a fare romantiche ed alternative passeggiate serali.
Quindi mi è bastato prendere i miei pattini e smontarli. Ho preso i cuscinetti e 4 ruote ed ho iniziato a costruire questa fantastica macchina di legno, stoffa e cuoio.

All’inizio avevo progettato un modello a 2 ruote, ma era poco pratico. Il cane poteva avere difficoltà a sedervicisi. Quindi ne ho aggiunte due.
Gli assali li ho fatti con i perni dei pattini e con le aste da modellismo. Quelle più resistenti, in alluminio.
Il pianale è di cuoio, ripreso da un vecchio costume live che non uso più (destrutturato pure quello).
Per le cinghie ho pensato che bastassero un paio di spallacci di uno zaino.
Verso le 4 (chissà cosa starà facendo? Discoteca? Fugaci amori in macchina?) ho finito l’opera.
Sono innamorato del mio strano aggeggio. Già vedo il fortunato (?) Labrador che si lancia per spericolate discese cercando il brivido come facevo anch’io. o il cane lupo che, placido, passeggia per la ciclabile con una certa eleganza handicappata.
In ogni caso spero che sia un cane dai nervi saldi. Quei cuscinetti sono ABEC 7 e filano come il vento e, a volte, correndo con loro, mi sono sentito davvero vivo e libero.
Non vedo l’ora che venga mattina, per raccontare tutto a Mr. Quack.