martedì 1 giugno 2010

Mr. Quack/Wheeling Dogs

Da un po’ di tempo a questa parte sto destrutturando.
Lo so che lo dico come se fossi impegnato, che so’, nel ritinteggiare l’appartamento e volessi un paio di consigli sul colore. Non è così.
Si tratta del fatto che sto meticolosamente eliminando le parti di me che non mi piacciono e che non sento più mie.
Un po’ come i serpenti, che lasciano ciclicamente la pelle vecchia, troppo stretta, per crescere dentro quella nuova.
Bhé, da qualche parte devo aver esagerato.
Infatti a volte mi chiedo cosa cazzo mi resta ora.
Tipo gli amici.
Ne ho lasciati andare un po’ tanti negli ultimi mesi (alcuni li ho eliminati per via di una incompatibilità alternativa con uno dalla faccia da scemo su facebook, ma è una storia lunga…).
E ne ho guadagnato uno solo nuovo: Mr. Quack.
Mr. Quack è l’ultimo di una serie di animali più o meno domestici che frequento abitualmente nei fine settimana.
È una papera gigantesca, bianca e nera, con cui faccio lunghe e approfondite conversazioni.
Tutto è iniziato un mese fa circa, quando vedendolo solo soletto sul tetto di fronte gli ho lanciato del pane.
Poi ancora la sera dopo.
La mattina era già lì che aspettava guardando verso di me. È buffo e cammina ondeggiando. Ogni tanto scuote tutto contento le penne della coda. So che non è carino dire queste cose del mio migliore amico, ma guardarlo mi mette di buon umore.
Finché un bel giorno, alle sei della mattina circa, mi sveglio con una serie di colpi secchi al vetro della mia finestra. Mi alzo pensando a chi cazzo potesse essere l’idiota che mi lanciava sassi e… vedo Mr. Quack appollaiato sul mio davanzale.
Apro la finestra e lui, con aria irritata per altro, mi intima – Quack!.
O.K., capito. Vado in cucina e rimedio del pane. Tanto non è che ne mangi molto in ogni caso, di pane.
Lo mangia lì, direttamente sul davanzale e ne porta via una fetta.
Da lì in poi viene spesso a trovarmi, alle ore più disparate, soprattutto nei fine settimana.
Io gli parlo e lui ascolta. Non si fa mai toccare (naturalmente, vi ci vedete voi ad accarezzare il vostro migliore amico mentre parlate con lui?).
Le nostre conversazioni sono del tipo
- credo che dovrei fare qualcosa oggi. Magari più tardi salgo fino al sentiero.
- …
- Tu dici eh…
- …
- Non è colpa mia. È lei che è solo un’egoista viziata e un po’ puttana…
- Quack!
- …
- Quack…
- Bhé, si, in fondo è anche colpa mia.
- …
- Tu pensi che siano già scaduti i termini per il deposito delle memorie?
- Quack?
- Quelle del 183 6 comma, la prima.
- …
- Bho, dopo vedo. Tanto abbiamo torto comunque.

È un tipo introspettivo Mr. Quack. Preferisce ascoltare. Intanto magari mangia il mio pane.
In effetti mi piace un sacco parlare con Mr. Quack. Ho raccontato cose a lui che nessun altro sa.
Ad esempio gli ho detto cosa ho fatto sabato notte.
Ho costruito carretti per cani zoppi.
È vero, l’ho fatto.
Avevo sentito di un associazione che raccoglie ruote e rotelle per aiutare cani e gatti con problemi di mobilità.
Una notizia colta così, al volo. Magari neppure completa, o forse era uno scherzo alla radio…
Un idea geniale, poetica e malinconicamente inutile.
Perfetta per me.
Quindi sabato sera armato di tutti i miei strumenti, ho iniziato.
Trovare le ruote è stato facile. Adoro andare sui pattini in linea. Sono anche bravo. Più che altro ci ho sempre viaggiato molto. A volte per ore e ore, ci ho fatto discese impossibili (schignano per esempio…) in solitaria oppure ho portato le ragazze, ma solo quelle che mi piacevano davvero tanto, a fare romantiche ed alternative passeggiate serali.
Quindi mi è bastato prendere i miei pattini e smontarli. Ho preso i cuscinetti e 4 ruote ed ho iniziato a costruire questa fantastica macchina di legno, stoffa e cuoio.

All’inizio avevo progettato un modello a 2 ruote, ma era poco pratico. Il cane poteva avere difficoltà a sedervicisi. Quindi ne ho aggiunte due.
Gli assali li ho fatti con i perni dei pattini e con le aste da modellismo. Quelle più resistenti, in alluminio.
Il pianale è di cuoio, ripreso da un vecchio costume live che non uso più (destrutturato pure quello).
Per le cinghie ho pensato che bastassero un paio di spallacci di uno zaino.
Verso le 4 (chissà cosa starà facendo? Discoteca? Fugaci amori in macchina?) ho finito l’opera.
Sono innamorato del mio strano aggeggio. Già vedo il fortunato (?) Labrador che si lancia per spericolate discese cercando il brivido come facevo anch’io. o il cane lupo che, placido, passeggia per la ciclabile con una certa eleganza handicappata.
In ogni caso spero che sia un cane dai nervi saldi. Quei cuscinetti sono ABEC 7 e filano come il vento e, a volte, correndo con loro, mi sono sentito davvero vivo e libero.
Non vedo l’ora che venga mattina, per raccontare tutto a Mr. Quack.

2 commenti:

  1. Avevo quasi dimenticato questa storia di mr. quack; avevi detto tempo fa che avresti scritto di lui.
    Secondo me è la reincarnazione di quella papera morta davanti al tuo davanzale che torna per ringraziarti di non averla rimossa dalla sua tomba a cielo aperto.

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  2. tsk tsk quella era un'anatra...

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