martedì 22 giugno 2010

Supermarket Singles


Sono un single da supermercato.
È una triste realtà. Devo imparare a conviverci.
I Supermarket Singles ( o le SS, se preferite), si riconoscono tra loro con la stessa sicurezza che se indossassero una divisa. Tipo una maglietta gialla.
Noi entriamo nei supermercati a ridosso dell’ora di chiusura. Le SS infatti in genere lavorano fino a tardi e prediligono l’ora di chiusura perché associano l’uscire prima da lavoro con il fare la spesa quando tra gli scaffali ci sono solo loro e i tipi come loro.
Il supermercato preferito dalle SS è l’esselunga. Chiude alle nove ed è sempre di strada. Ovunque tu debba andare.
Le SS hanno più di 30 anni, vestono bene e più o meno tutti vagano tra gli scaffali un po’ sperduti e timorosi di incontrare il loro antagonista naturale: la CasalingaOfferta.
Ma la sera di queste povere anime con figli non ce ne sono più molte.
Animale solitario e predatore l’SS si dirige immediatamente al bancone del pesce fresco.
Infatti i simpatici gestori del supermarket si dilettano a nascondere una sola confezione di tonno o di pesce spada freschi che non sia formato famiglia in mezzo a trenta confezioni da 6 porzioni almeno. E la caccia è aperta. Una volta ho letteralmente corso, in gara con un SS che mi precedeva al di là delle offerte speciali di sugo olio e vino (che tutte le SS ignorano, sempre). Ha vinto lui di una lunghezza e si è portato a casa i suoi 5 euro di tonno fresco. Io potevo scegliere tra le confezioni da 4/6 tranci o i surgelati. Naturalmente ho scelto i surgelati.
Le SS hanno una loro mitologia ed un loro pantheon personali. Veneriamo san Bonduelle.
L’unica marca di verdure cotte al vapore che faccia porzioni abbastanza piccole da essere prese in considerazioni e al contempo siano sufficientemente sane da poter entrare nella dieta tipica del SS medio.
Infatti le SS sfogano la propria frustrazione di non poter accedere alle offerte speciali o al formato famiglia dedicandosi alla ricerca dei prodotti biologici, sani e, possibilmente eco-compatibili o provenienti dal commercio equo e solidale. Quando arriviamo alla cassa ci piace vantarci in silenzio del nostro cestino (un SS non userebbe mai né un carrello né un cestino con le ruote).
Proviamo un certo senso di compiutezza nel poggiare sulla cassa tutti alimenti che potrebbero passare il vaglio anche della salutista più esigente. Noi siamo i puristi da supermercato.
Complice una vita lavorativa soddisfacente (dal punto di vista economico almeno) infatti possiamo permetterci di spendere 3 euro per 4 banane biologiche coltivate in Honduras ed importate con il commercio solidale. Per questo le CasalingheOfferta ci disprezzano. Loro con l’equivalente ci cucinano un’amatriciana per 6.
Tra le corsie le SS, che di solito vagano con l’Ipod all’orecchio, fanno anche incontri interessanti, che si risolvono in muti contatti visivi e brevi sorrisi.
Una categoria piacevole da incontrare sono le MILF, come le chiamano gli americani. Mother I Like to Fuck. Letteralemte le mammine che mi scoperei. La madre di Stewie, per chi è cresciuto guardando American Pie.
Sono donne di una certa avvenenza, tra i 35-40 anni, che passeggiano tra gli scaffali dando ad intendere una falsa ed illusoria disponibilità, vestendo in maniera appena spregiudicata, con aria che di innocente non ha nulla.
Tuttavia non fatevi illusioni. Non ci stanno, non sono interessate. Sono li per fare la spesa. e basta. Probabilmente l’unico modo per attirare la loro attenzione sarebbe mettersi in fondo ad un corridoio con un cartello “ti do 30 punti fragola e due bollini per i palloni dei mondiali se me lo succhi” ma solo per i possessori di carta Fidaty, s’intende.
Ma coloro che interessano veramente le SS sono le FighetteSole. Ragazze appena sotto i 30 anni, che girellano distrattamente tra gli scaffali, con aria sognante, riempiendo il cestino con ruote (una specie di status simbol per fighette), dei prodotti più disparati. Verdura, succhi di frutta, dolci alla crema, the verde, tonno in scatola, sugo di pomodoro (ma mai la pasta… si fanno di Bloody Mary?), cioccolata, una passata di Hello Kitty (!)… tuttavia esse sono tanto prese dal loro mondo di favola di non accorgersi di noi, che riempiamo il nostro cestino convinti di impressionarle con l’acume delle nostre scelte…
Ultima categoria da supermercato sono le CassiereEsselunga.
Sono una razza a parte. La crema delle lavoratrici italiane. Se mai vi saltasse in mente di portare un curriculum la, preparatevi bene. La selezione è durissima.
Infatti: se sei carina, non ti assumono. Se sorridi, non ti assumono. Se sai parlare, non ti assumono. Se sai contare fino a dieci senza la calcolatrice, non ti assumono. Se riesci a capire che prima di lanciare le cose del cliente successivo addosso a quello che lo precede questo deve almeno aver finito di imbustare, non ti assumono. Rispettano una sola cosa: gli spiccioli e la carta fidaty. Se li hai sei ammesso alla loro presenza, altrimenti ti arrangi.
Ecco quindi che, dopo appena 20 minuti di immersione nel fantastico mondo dell’esselunga, quando arrivo alla cassa posso sfoggiare: 3 zucchini verdi in fiore (più buone di quelle scure preconfezionate), vaschetta di fragole biologiche, 4 banane solidali, cuori di insalata Iceberg confezionati, insalata cipollina, croutons per insalate, hamburger di soia, una confezione di tofu, filetto di trota salmonata (era nascosto bene), un pezzo di formaggio al tartufo, una mozzarella fresca, un po’ di affettati, crackers di riso, pesce surgelato,verdure cotte al vapore sotto vuoto della Bonduelle (sempre sia santificato il nome suo…), pane, schiacciata fresca, confezione da 3 di birra, confezione da 6 di coca light. 40 euro, una settimana di cene solitarie ma salubri.
Che palle.

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